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La paura della morte 181

L’uomo è l’animale brontolone per eccellenza.

Se non che questo brontolamento non è sincero e non è che una pura, una abilissima civetteria della vita; un artifizio ingegnoso per farsi compassionare e attirare a sè la pietà degli altri e anche di sè stessi.

E ve lo provo subito e facilmente.

Sì, la terra è la valle delle lagrime; sì, l’ideale umano è il nirvana; sì, l’homo natus de muliere, brevi vivens tempore, repletur multis miseriis. Sì, ogni terra e ogni secolo ha i suoi Schopenhauer e i suoi Leopardi. Sì, la vita non è che il sogno d’un ombra; ma tutti questi bipedi brontoloni, che bestemmiano contro la vita dall’alba alla sera, temon la morte, e per quanto il suicidio cresca con la civiltà, pure è sempre rarissima eccezione.

Non solo l’uomo teme la morte, ma ancora la ritiene il massimo dei mali e l’ha in tale orrore, che ne ha fatto in ogni tempo la massima delle pene.