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antichità romane | 71 |
lib. 1) chiamò porte Colline quella che in Roma ebbe tal nome. Abbiam nelle Medaglie una porta di Emerita città di Spagna pur con due fori e con due mani di finestre sopra, talchè par la nostra. La ragione, anzi la necessità, di fare in tal guisa quelle porte, dove gran quantità di gente debba nell’istesso tempo andar dentro e fuori, si riconoscerà perfettamente da chi per sorte s’incontri a voler uscire in carrozza o in calesso la mattina per tempo da una città popolata, in quella stagione quando gran numero di carri e d’altri attrezzi concorre; poichè le ore intere dovrà pazientar qualche volta: là dove anticamente in qualunque scontro proseguiva ognuno il suo cammino; perchè doppia essendo la porta, e tenendosi ciascuno su la sua dritta, chi usciva non avea ostacolo da chi entrava, ed avrebbe potuto nell’istesso tempo entrare un esercito ed uscir l’altro. L’Architettura presso gli Antichi avea spesso mire così diverse dalle nostre, ed avvertenze tali, che per verità troppo siam lontani dal poterci porre in paragone. Lodò sommamente il Palladio (l. 3) tra le antiche strade quella da Roma ad Ostia, che per essere frequentatissima, fu, come osservò l’Alberti, divisa in due da un corso di pietre alquanto più alte dell’altre: per una si andava, per l’altra si veniva schivando l’incontrarsi.
Osservisi nel fregio delle due porte l’iscrizione talmente compartita, che i versi trapassano se bene interrotti dall’intervallo, come ben si rappresentano nella collezion del Grutero: nell’incavatura quadrata delle lettere si