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libro secondo 55

rono allora il Po per la prima volta l’armi Romane, e terminò la guerra con la espugnazion di Milano, avendo perciò Claudio Marcello trionfato degl’Insubri, come insegnano i marmi Capitolini. Fino a questo tempo, che vuol dire fino all’anno 532, appar chiaramente che nè Veneti nè Cenomani furon soggetti a’ Romani. Quando e come passassero quelli e questi sotto la Romana Republica, è da porre in chiaro, e prima quanto a’ Cenomani.

Si ha in Polibio (lib. 2, c. 35) che debellati gl’Insubri, poco tempo dopo furono anche discacciati i Galli da tutte le pianure d’intorno al Po, eccettuati solamente alcuni luoghi posti alle radici dell’Alpi. Impariam da questo che tentarono ben tosto i vinti di scuoter l’imposto giogo, e che tumultuarono in lor favore con gli altri popoli Gallici anche i Cenomani, quali come possessori di bella pianura e adiacente al Po, non ha dubbio essere dei compresi quivi dall’Istorico sotto il general nome di Galli, e degli scacciati e soggiogati allor da’ Romani. Avvenne ciò ne’ quattro anni che passarono dalla depressione degl’Insubri, al principio della seconda guerra Punica; e conferma incontrastabile ce ne dà l’Epitome Liviana, in cui si ha come immediatamente avanti la guerra Punica furono da’ Romani condotte le Colonie di Piacenza e di Cremona, e queste nel terreno preso a Galli (Epit. lib. 30: in agro da Gallis capto). Tale era l’uso Romano, e però veggiamo in Livio (lib. 37, 39, 41) come alle Colonie mandate a Modana, a Bologna, a Parma si distribuì terreno tolto a’ Boj, e a quella di