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libro primo 19

anche Polibio (lib. 2: πάνυ παλαιόν) chiamolla; l’altro, che alquante città edificò o tenne, come si legge in Plinio (lib. 3, c. 19), tra le quali Padova e Vicenza. L’ordine delle cose susseguito poi ben fa conoscere conm’anche in Verona costoro, o con nome di Veneti, o con nome di Euganei, si annidassero: onde possiam conchiudere col sentimento del nostro celebre Panvinio (Ant. Ver. lib. 1, c. 9) tanto essere in Plinio l’assegnar per autori di Verona Euganei e Reti, quanto se Veneti avesse detto ed Etrusci. Così l’origine di Mantova per autorità di Servio, e da Toschi venne, e da’ Veneti (ad Æn. X: et a Tuscis venit, et a Venetis).

Deesi rintracciar ora con quale di queste due genti Verona si computasse, e nell’antichissimo costume di collegarsi i popoli d’un contorno, e di costituire unitamente Republica, in quale avessero parte i Veronesi. Filippo Cluverio, insigne descrittor dell’Italia antica, tenne che Verona fosse già nella Rezia compresa, e per conseguenza che fosse co’ Reti congiunta. Non è da farsi punto beffe di quest’opinione, per cui militano ragioni non disprezzabili: che una parte del nostro territorio per Rezia si computasse, vedremo altrove. Con tutto ciò, che la città non fece co’ Reti, è indubitato, mentre nulla ebbero a far con Verona i Romani, quando in tempo d’Augusto aggredita fu la Rezia, e in tempo di Tiberio presso i monti di Trento sconfitta. All’incontro con la prossima Venezia aver da immemorabil tempo fatto corpo Verona, tutte le memorie e tutte le congetture dimostra-