Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/47


libro 17

sito cercasse asilo, impariam da Plinio che fu Verona, dove la cognazione de’ più antichi abitatori è credibile gli facesse ricevere di buon grado.

Ora necessario è ragionar de’ Veneti, nome più fortunato di tutti gli altri. In vano per una mera confacenza di vocabolo fu chi gli sospettò derivati dalla Gallia Belgica, e da’ lidi dell’Oceano, per lo che in due maniere se ne parlava, come dice Strabone (lib. 5: διττός ἐστι λόγος); mentre di tale espedizione in tutta l’antichità menzione non si trova alcuna; a si ha da Livio, come stettero su l’Adriatico, quando tutto dominavano i Toschi, per conseguenza avanti ogn’irruzione de’ Galli. Il Geografo (Str. l. 13) della venuta degli Heneti nella Venezia, e presso Adria con Antenore fa menzione altrove. Ch’erano di Troiana origine, scrisse Catone, con che forse dir volle Asiatica (Pl. l. 3, c. 19). Insegna Polibio (l. 2: γλώττῃ,δ´ ἀλλοίᾳ χρώμενοι) ch’ebbero lingua da quella de’ Galli diversa. Il nome d’Heneti è Greco, e viene a dir lodevoli: la pronunzia latina gli fece passare in Veneti, mutazione che in più altre voci è avvenuta (Così da Ἑστία, ἑσπέρα, ἵς, ἤρ, ἐσθὴς, οἶνος, si fece Vesta, vespera, vis, ver, vestis, vinum). Il luogo per altro donde si spiccassero, e il tempo non sono del tutto in chiaro, benchè la più comune sentenza sia quella di Cornelio Nepote riferito da Solino, che venissero di Paflagonia (Sol. c. 45, Orat. de Ilio). Dion Crisostomo disse che prima dell’arrivo d’Antenore erano già in queste parti (Ἐν μάχῃ τῇ κατά Ἀσσυρίους, ec.). Eustazio sopra Dionigi Periegete