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assai rigorosamente dall’Ubaldini, solo confusamente si accorgesse della propria impotenza o non ci volesse credere. Egli era gracile assai. Il magnanimo padre suo, che s’era sciupato molto in gioventù e durante lo sterile e freddo matrimonio con Gentile Brancaleoni aveva generato più figli naturali, lo ebbe, cinquantenne, dalla dolce e coltissima, ma esile, figliuola di Costanza Varano, Battista Sforza1. E nonostante l’aspetto fiorente che Federico ha nei ritratti di Piero della Francesca, Melozzo da Forlì e fra Carnevale, egli non era punto sanissimo2, pativa di gotta, male che il figiuolo ereditò più acuto3. L’impotenza, quindi, di Guidubaldo non resta, a parer nostro, infirmata dai documenti
- ↑ Della sua esilità può far fede il magnifico ritratto che le fece Piero della Francesca, e che in molti luoghi si vede riprodotto. Sulla costumatezza e coltura sua non comuni vedasi ARIENTI, Gynevera, pp. 288 e seg., e il citato PECCI, Umanisti nel Lazio, pp. 31 e segg.
- ↑ BALDI, Federigo, III, 270.
- ↑ Nel Cortegiano (ed.cit., pp. 15-16) è detto che Guido infermò di podagra a vent’anni, e che il male fece ben presto grandi progressi, "e così restò uno dei più belli e disposti corpi del mondo e deformato e guasto nella sua verde età". Bello e mite anche di aspetto, come la madre, dovette essere il Duca, se risponde al vero la descrizione del BALDI, Guidobaldo, II, 237. Di ritratti suoi, del resto, nulla può con sicurezza affermarsi. Quello di Raffaello, seppure è mai esistito, giacchè il Bembo nella lettera al Bibbiena del 19 aprile 1516 parla di Giuliano de’ Medici e non di Guidubaldo, non si sa ove sia (cfr. GRUYER, Raphaël peintre de portraits, Paris, 1881, I, 215-17). Dice il Gruyer che l’unico ritratto certo di lui è il busto in marmo posto sulla sua tomba di S.Bernardino presso Urbino. Ma quello, già menzionato, di Giovanni Santi nella Galleria Colonna non rappresenta sicuramente il Duca? Cfr. SCHAMRSOW, Giov. Santi in Vierteljahrsschrift cit. II, 344-45. e non hanno la sua effigie le monete che si conoscono di lui? Vedi REPOSATI, Zecca di Gubbio, I, 392. E non hanno valore le due medaglie sincrone? Vedi ARMAND, Médaillirs italiens, III, 180.