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il suo nome all’edizione mantovana (1472) di Dante. Dell’agosto 1482 s’incontrano lettere di Colombino intorno ad una grave malattia di Elisabetta, alla quale sembra fosse molto affezionato. Del resto Federico, che nel breve suo dominio ebbe a trovarsi in dure strettezze, non ebbe agio di curarsi troppo dell’istruzione dei figli e naturalmente, per questa parte, i maschi gli stavano più a cuore delle femmine1.

Vivissima tenerezza le tre sorelle portavano al primogenito Francesco. A provarlo, non vogliamo trascurare una lettera veramente affettuosa, che tutte e tre gli diressero alla fine del 1486. In quel tempo Francesco, succeduto diciottenne al padre nel 1484, era spesso lontano da Mantova, per affari politici, o per caccia, o per viaggi.

Illme Princ. et Exme D. D. frater obsme,


Per dar qualche piacere ad V. Ex. tra nuy sorelle cum altre zentildonne havemo ordinato fare una bellissima festa, a la venuta di quella, la qual nuy speravemo senza alcuno dubio dovere havere et godere a questa solenne festa di Natale. Unde intendendo nuy la speranza nostra essere senza il suo effetto se troviamo molto sconsolatee di mala voglia che essa V. prelibata Ex. fra tanto tempo non sia da nuy vista, senza la quale ad nuy non pare potere haver alcun piacer ni gaudio che prode ce faci, et ad nuy veramente pare che già mille anni siano che non habiamo veduto quella. Unde nuy ex corde divotamente gli supplicamo et per quel dolce et fraterno amor ne porta la preghiamo se voglia dignare de venirce ad consolare tutte a l’anno novo et piare

  1. Molto significante è a questo riguardo la lettera del Marchese a Battista Guarino, del 15 maggio 1483, da noi stampata nel citato Giorn., XVI, 213.