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Gaspara Stampa. | 51 |
già parla anch’egli della possibilità di partire. Non è che una voce buttata là, per ora; ma la trepida anima della innamorata corre all’armi. Ella intuisce la sventura che la minaccia, e si turba per questa nuova angoscia.
Nel mezzo del mio cor spesso mi dice |
Solo in virtù delle lagrime che versa ella vive ancora. Se non avesse quello sfogo al suo dolore, il fuoco interno già l’avrebbe arsa e distrutta. Non ha più pace, la povera Anassilla; ella sente avvicinarsi il fine delle sue poche gioie. Il suo cuore tormentato non vive più che di pena; ella va volgendo e rivolgendo nella mente l’imagine del suo crudele signore, e con quella dolce esca mantiene vivo il suo affanno. Oramai la terribile cosa sta per accadere. Collarino partirà; è deciso; e in quei giorni crudeli ella non fa che piangere. Ma a che possono servirle, misera, le lagrime? Ella supplica disperatamente l’amante di rimanere ancora. Come il condannato a morte, ella implora la grazia di poche ore....
Deh, prolungate almen per alcune ore |