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Gaspara Stampa. 45

(è colpa amare troppo, e più che Dio, una creatura umana) verso la morale, no.

Distinzioni assai comuni in quel secolo, e facilmente accolte da una tempra come quella di Gaspara!

Come tutti i malati d’amore, ella ama il suo male, e non vorrebbe guarirne.

Voi, che ad amar per grazia siete eletti,
non vi dolete dunque di patire,
perchè i martir d’amor son benedetti.

E poi, che vale ribellarsi al destino? Ella era fatta così, tutta fuoco, impeto, esaltazione, e lo sa benissimo.

Arsi, piansi, cantai; piango, ardo e canto;
piangerò, arderò, canterò sempre,

dice in un sonetto (XXVI) non bello, ma sincero, al solito. Il bel Collaltino aveva, fra l’altre sue doti, pur quella d’esser musico eccellente, e di cantare molto bene. Quando egli, pregato da lei, modulava qualche canzone amorosa, che a Gaspara pareva la voce della sua propria passione, ella dimenticava nell’estasi ogni passato affanno.

Chi non sa come dolce il cor si fura,
come dolce s’oblia ogni martire,
come dolce s’acqueta ogni desire,
sì che di nulla più l’alma si cura;

venga, per sua rarissima ventura,
solo una volta voi, Conte, ad udire....