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Gaspara Stampa. 37

fiume Anaxum (Piave), scorrente presso S. Salvatore, il castello del conte di Collalto.

D’allora, una preoccupazione nuova tiene l’animo della poetessa. L’oggetto del suo amore è così alto, così perfetto, che ella teme di non essere degna di cantarlo. È vero che l’amore stesso la inalza, le rinnova lo stile, le adombra la vena, ma ella si stima abbietta e vile per così alto foco! Qui non saprei pensare che ella sia veramente sincera. Che un poeta stimi poco se stesso è caso assai raro; ed è vecchio il gioco di dire male dei propri versi, con la speranza che altri ne dica bene. Comunque ella confessa di sentirsi il core impresso di novo stile, sempre per forza del suo amore; e questo era certamente vero; perchè un sentimento potente e sincero non può mancare di infondere nuova e potente lena all’estro. Talvolta anzi, quando troppo la cruccia la crudeltà dell’amante, ella sente tutta la forza che le viene dall’essere donna di genio, e prorompe in questa minaccia:

Se avvien che un giorno Amore a me mi renda,
e mi ritolga a questo empio signore,
di che paventa e non vorrebbe il core,
tal gioia del penar suo par che prenda;

voi chiamerete invan la mia stupenda
fede e l’immenso e smisurato amore,
di vostra crudeltà, di vostro errore
tardi pentito, ove non è chi intenda.

Ed io, cantando la mia libertade,
da così duri lacci e crudi sciolta,
passerò lieta a la futura etade.