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decimo cantare 367

29.
Tutta l'architettura e prospettiva
Questi a vestirsi mette di Vitruvio1;
Or mentre che più gonfio d'una piva
Tirar crede ogni dama in un vesuvio,
Spesso riguarda se 'l nimico arriva,
Perocch'egli ha paura del diluvio,
Che in un tempo estinguendo il fuoco al cuore
Alle spalle non susciti il bruciore.
30.
In quel ch'ei morde i guanti e fa quei giuochi
Che van de plano all'arte del Mirtillo2,
E ch'egli ha sempr'all'uscio gli occhi a' mochi3,
Dietro alla strega giunge Calagrillo,
Che lui non sol, ma spaventò quei pochi4;
Ond'egli, che più cuor non ha d'un grillo,
Fece, stimando quello il suo rivale,
Più de' piè che del ferro capitale.
31.
Tosto tornando l'amicizia in parte5,
Si viene all'armi, chè ciascuna armata
Ciò tien dell'altra un segno fatto ad arte
Per darle a tradimento la pietrata6.
Di qui si viene a mescolar le carte7,
Tal ch'in vederla8 tanto scompigliata,
Ritirandosi, a dir badan le dame:
Basta, basta, non più, dentro le lame.

  1. St. 29. Vitruvio. Scrittore latino di architettura. (Nota transclusa da pagina 423)
  2. St. 30. Mirtillo è l’innamorato nel Pastor fido del Guarini. (Nota transclusa da pagina 423)
  3. Mochi. Una specie di biade di cui sono avidi i colombi: e perciò si deve aver l’occhio ad essi quando sono seminati, perchè i colombi non vadano a danneggiarli. (Nota transclusa da pagina 423)
  4. Quei pochi. È detto per antifrasi. (Nota transclusa da pagina 423)
  5. St. 31. parte. Fazione, inimicizia. (Nota transclusa da pagina 423)
  6. La pietrata. Colpo mortale. (Nota transclusa da pagina 423)
  7. Mescolar le carte. Venire alla zuffa. Vedi c. IX, 33, e VIII, 61. (Nota transclusa da pagina 423)
  8. Vederla, Veder la faccenda. (Nota transclusa da pagina 423)