14. Ma se ravvista1 un tratto del suo fallo,
Bada a tirar innanzi alla balorda,
Perch’il vizio rifiglia e mette il tallo,
Vien sempre più a aggravarsi2 in sulla corda.
Il male invecchia al fine e vi fa il callo;
Sicchè venga un serpente pure, e morda,
Ch’ella non sente nè meno un ribrezzo:
Così peggio che mai la dà pel mezzo3. 15. Nella neve si fa lo stesso giuoco;
Chè l’uom sul primo diacciasi le dita,
Poi quel gran gelo par che manchi un poco,
E sempre più nell’agitar la vita;
Al fine ei si riscalda come un fuoco,
Sicchè non la farebbe mai finita;
Nè gli darebbe punto di spavento,
Quand’ei v’avesse ancora a dormir drento. 16. Or tu m’hai inteso: rasserena il volto;
Chè tu vedrai, tirando innanzi4 il conto,
(Perchè di qui a poco non ci è molto)
Che delle serpi non farai più conto.
Ma dimmi, che ha’ tu fatto del rinvolto?
L’ho qui, dic’ella, sempre lesto e pronto.
Sta ben, soggiunge Giulio, adunque corri,
Perchè qui non è tempo da por porri5.
↑St. 14. Ravvista qui vale semplicemente: Avendo conosciuto. (Nota transclusa da pagina 275)
↑Aggravarsiecc. Si fa maggior male, fisicamente, se mentre gli è dato il tratto, si lascia andare; moralmente, se dice cose che accrescano gl’indizi della imputazione. (Nota transclusa da pagina 275)
↑Le dà pel mezzo. Ci dà dentro a occhi chiusi e capo chino; tira innanzi senza riguardo alcuno. (Nota transclusa da pagina 275)
↑St. 16. Tirando innanziecc. Vedi c. IV, 60. (Nota transclusa da pagina 275)
↑Por porri. Quando si pongono i porri, sono così sottili, che richiedono molto tempo a porgli. (Minucci.) (Nota transclusa da pagina 275)