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quinto cantare 177

44.
Or dunque tu, che sei così pietoso,
Che pigli i ladri, acciò Mastro Bastiano
Sul letto a tre colonne1 almo riposo
Dia lor del tanto lavorar di mano;
Perch’a qualunque ladro il più famoso
Martinazza in rubar non cede un grano,
Che non uccella2 a pispole, ma toglie
Cupído a questa donna, ch’è sua moglie;
45.
Lo stesso devi oprar che a lei sia fatto
Mentr’a3 costei non renda il suo consorte,
A cui (perch’ei consente in tal baratto)
Questa4 potrebbe far le fusa torte;
Ed ei si cerca5 esser mandato un tratto
Sull’asin con due rócche dalla Corte.
Sicchè, se tu nol sai, ti rappresento
Che un disordine qui ne può far cento.
46.
Però se voi adesso, a cui s’aspetta,
Costà non impiccate questa troia,
Io stesso vo’ pigliarmi questa detta6,
E farle il birro, e in sulle forche il boia,
Mentre però Cupído non rimetta;
Ma se lo rende, non vi do più noia.
Va’ dunque, e narra a lei quanto t’ho detto,
Ch’io qui t’attendo e la risposta aspetto.

  1. St. 44. Letto a tre colonne. Le forche. (Nota transclusa da pagina 233)
  2. Non uccella ecc. Non si contenta di poco. (Nota transclusa da pagina 233)
  3. St. 45. Mentre. Se. (Nota transclusa da pagina 233)
  4. Essa. Psiche. - (Nota transclusa da pagina 233)
  5. Ed ei si cerca ecc. Questo usavasi fare in Firenze a chi prendeva una seconda o terza moglie (Nota transclusa da pagina 234)
  6. St. 46. Detta, dal pl. latino Debita, Assunto, Incarico. (Nota transclusa da pagina 234)