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quarto cantare 141

41.
Soggiunsero di lui mill’altre bozze;
Ma quando da me poi lo veddi in faccia
Con quella forma e membra così sozze,
Pensate voi se mi cascò le braccia:
Anzi nel giorno proprio delle nozze,
Che a darmi ognun venia il buon pro vi faccia,
Ogni volta, con mio maggior dolore,
Sentivo darmi una stoccata al cuore.
42.
Non lo volevo; pur mi v’arrecai,
Veduto avendo ogni partito vinto1;
Ma perchè non è il diavol sempre mai
Cotanto brutto com’egli è dipinto,
Quand’io più credo a gola esser ne’ guai,
Ecco al mio cuore ogni travaglio estinto;
Vedendo ch’ei lasciò, sendo a quattr’occhi,
La forma delle botte e de’ ranocchi.
43.
E molto ben divenne un bel garzone,
Che m’accolse con molta cortesia;
Ma subito mi fa commissïone,
Ch’io non ne parli mai a chicchessia,
Perch’io sarò, parlandone, cagione
Ch’ei si lavi le man de’ fatti mia,
E per nemmen2 sentirmi nominare
Si vada vivo vivo a sotterrare.

  1. St. 42. Partito vinto. Determinazione presa irrevocabilmente. (Nota transclusa da pagina 203)
  2. St. 43. Per nemmen. Anche solo a sentir me che lo nomini. (Nota transclusa da pagina 203)