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28 | i - versi |
libro II, capo 3: «In ipso Taenaro, Neptuni templum». Questo tempio a dir di Strabone, libro VIII, era in un bosco, e per testimonianza di Pausania, libro III, somigliava una spelonca. Avanti ad esso era una statua di Nettuno, che onoravasi in quel tempio sotto il titolo di asfaleo, sí come ne insegnano queste parole di Suida: Ταίναρον, ἀκτωτήριον Λακωνικῆς, ἔνθα καὶ Ποσειδῶνος ἱερὸν Ἀσφαλίου: «Tenaro, promontorio della Laconia, dove è pure un tempio di Nettuno Asfaleo». Si celebrava in Tenaro una festa ad onore di Nettuno, della quale è fatta menzione da Esichio alla voce Ταιναρίας. Possono vedersi Tucidide nel libro primo, Plutarco nella Vita di Pompeo, e Stefano il geografo.
Ivi. — «...e la sacra onchestia selva». — Omero, Iliade, libro II. Beozia, verso 13:
Ὀγχηεστόν θ’ ἱερὸν Ποσειδήϊον ἀγλαὸν ἄλσος. |
. . . . . . . . . . Ed Onchesto |
Dione Crisostomo, Orazione corintiaca. Ῥόδος μὲν Ἡλίου, Ὀγχηεστὸς Ποσειδῶνος: «Rodi è sacra al sole, Onchesto a Nettuno». Onchesto era cittá di Beozia. Pindaro nella quarta Ode Istmica, verso 33, chiama Nettuno Ὀγχήστου οἰκέοντα, 4: «abitatore di Onchesto». Sono da vedere anche l’ode I, verso 46; Pausania nel libro IX; Eustazio nel Comento alla Iliade, verso citato, e piú sopra la nota prima al verso 178.
Verso 193. — «E Micale». — Micale era un luogo della Ionia, che Erodoto, libro I, capo 148, chiama «sacro», situato incontro a Samo, nel quale, al rapportare di Diodoro, libro V, gli abitanti di sette cittá della Ionia si adunavano per fare grandi sacrifíci di antica istituzione a Nettuno τῷ Ἑλικωνίῳ, «Eliconio», come dice Strabone. Questa festa chiamavasi Πανιώνια, cioè «ragunamento di tutti que’ della Ionia», e ne fa menzione anche Eustazio, Comento alla Iliade, libro II; Beozia, verso 10 e 82.
Ivi. — «...e Trezene ed il pinoso Istmo ed Ega e Geresto». — Si veggano le note ai versi 136, 176 e 178.