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dialogo di un fisico e di un metafisico |
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gli altri, non pare che fosse immortale. Dirò dunque che il
saggio Chirone, che era dio, coll’andar del tempo si annoiò
della vita, pigliò licenza da Giove di poter morire, e morí22.
Or pensa, se l’immortalitá rincresce agli dèi, che farebbe agli
uomini. Gl’iperborei, popolo incognito, ma famoso; ai quali
non si può penetrare, né per terra né per acqua; ricchi di
ogni bene; e specialmente di bellissimi asini, dei quali sogliono
fare ecatombe; potendo, se io non m’inganno, essere immortali;
perché non hanno infermitá né fatiche né guerre né discordie
né carestie né vizi né colpe; contuttociò muoiono tutti:
perché, in capo a mille anni di vita o circa, sazi della terra,
saltano spontaneamente da una certa rupe in mare, e vi si
annegano23. Aggiungi quest’altra favola. Bitone e Cleobi fratelli,
un giorno di festa, che non erano in pronto le mule,
essendo sottentrati al carro della madre, sacerdotessa di Giunone,
e condottala al tempio; quella supplicò la dea che rimunerasse
la pietá de’ figliuoli col maggior bene che possa cadere
negli uomini. Giunone, invece di farli immortali, come avrebbe
potuto, e allora si costumava, fece che l’uno e l’altro pian
piano se ne morirono in quella medesima ora. Il simile toccò
ad Agamede e a Trofonio. Finito il tempio di Delfo, fecero
instanza ad Apollo che li pagasse: il quale rispose volerli soddisfare
fra sette giorni; in questo mezzo attendessero a far
gozzoviglia a loro spese. La settima notte, mandò loro un dolce
sonno, dal quale ancora s’hanno a svegliare; e avuta questa,
non dimandarono altra paga. Ma poiché siamo in sulle favole,
eccotene un’altra, intorno alla quale ti vo’ proporre una questione.
Io so che oggi i vostri pari tengono per sentenza certa
che la vita umana, in qualunque paese abitato, e sotto qualunque
cielo, dura naturalmente, eccetto piccole differenze, una
medesima quantitá di tempo, considerando ciascun popolo in
grosso. Ma qualche buono antico24 racconta che gli uomini di
alcune parti dell’India e dell’Etiopia non campano oltre a
quarant’anni; chi muore in questa etá muor vecchissimo; e le
fanciulle di sette anni sono di etá da marito. Il quale ultimo
capo sappiamo che, appresso a poco, si verifica nella Guinea,