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dialogo di un fisico e di un metafisico 63


gli altri, non pare che fosse immortale. Dirò dunque che il saggio Chirone, che era dio, coll’andar del tempo si annoiò della vita, pigliò licenza da Giove di poter morire, e morí22. Or pensa, se l’immortalitá rincresce agli dèi, che farebbe agli uomini. Gl’iperborei, popolo incognito, ma famoso; ai quali non si può penetrare, né per terra né per acqua; ricchi di ogni bene; e specialmente di bellissimi asini, dei quali sogliono fare ecatombe; potendo, se io non m’inganno, essere immortali; perché non hanno infermitá né fatiche né guerre né discordie né carestie né vizi né colpe; contuttociò muoiono tutti: perché, in capo a mille anni di vita o circa, sazi della terra, saltano spontaneamente da una certa rupe in mare, e vi si annegano23. Aggiungi quest’altra favola. Bitone e Cleobi fratelli, un giorno di festa, che non erano in pronto le mule, essendo sottentrati al carro della madre, sacerdotessa di Giunone, e condottala al tempio; quella supplicò la dea che rimunerasse la pietá de’ figliuoli col maggior bene che possa cadere negli uomini. Giunone, invece di farli immortali, come avrebbe potuto, e allora si costumava, fece che l’uno e l’altro pian piano se ne morirono in quella medesima ora. Il simile toccò ad Agamede e a Trofonio. Finito il tempio di Delfo, fecero instanza ad Apollo che li pagasse: il quale rispose volerli soddisfare fra sette giorni; in questo mezzo attendessero a far gozzoviglia a loro spese. La settima notte, mandò loro un dolce sonno, dal quale ancora s’hanno a svegliare; e avuta questa, non dimandarono altra paga. Ma poiché siamo in sulle favole, eccotene un’altra, intorno alla quale ti vo’ proporre una questione. Io so che oggi i vostri pari tengono per sentenza certa che la vita umana, in qualunque paese abitato, e sotto qualunque cielo, dura naturalmente, eccetto piccole differenze, una medesima quantitá di tempo, considerando ciascun popolo in grosso. Ma qualche buono antico24 racconta che gli uomini di alcune parti dell’India e dell’Etiopia non campano oltre a quarant’anni; chi muore in questa etá muor vecchissimo; e le fanciulle di sette anni sono di etá da marito. Il quale ultimo capo sappiamo che, appresso a poco, si verifica nella Guinea,