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190 | operette morali |
considerazione, se voi perseverate nel proposito vostro, io proverò di servirvi; acciocché, se la cosa non mi verrá fatta, voi pensiate ch’io non ho potuto, e non diciate che io sono di poco animo.
Sole. Bene sta, Copernico mio: prova.
Copernico. Ci resterebbe una certa difficoltá solamente.
Sole. Via, qual è?
Copernico. Che io non vorrei, per questo fatto, essere abbruciato vivo, a uso della fenice: perché accadendo questo, io sono sicuro di non avere a risuscitare dalle mie ceneri come fa quell’uccello, e di non vedere mai piú, da quell’ora innanzi, la faccia della signoria vostra.
Sole. Senti, Copernico: tu sai che un tempo, quando voi altri filosofi non eravate appena nati, dico al tempo che la poesia teneva il campo, io sono stato profeta. Voglio che adesso tu mi lasci profetare per l’ultima volta, e che per la memoria di quella mia virtú antica, tu mi presti fede. Ti dico io dunque che forse, dopo te, ad alcuni i quali approveranno quello che tu avrai fatto, potrá essere che tocchi qualche scottatura, o altra cosa simile; ma che tu per conto di questa impresa, a quel ch’io posso conoscere, non patirai nulla. E se tu vuoi essere sicuro, prendi questo partito; il libro che tu scriverai a questo proposito, dedicarlo al papa55. In questo modo, ti prometto che né anche hai da perdere il canonicato.