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Vinciani, abbia avuto ragione di scrivere, in un suo pregevole e recente libro, questo giudizio: per il suo metodo, per i suoi lavori, per le sue scoperte, egli apre un secolo avanti Galileo l’êra del pensiero moderno, giudizio che è ampiamente confermato dal fatto che il pensiero scientifico di Leonardo è quello stesso che da tre secoli persegue lo spirito degli studiosi, e costituisce una vera rivendicazione.
E qui la storia della scienza avrà un punto delicato da risolvere, cioè se, e quanto il Galilei abbia potuto e voluto giovarsi dei manoscritti di Leonardo, poichè per molti anni sono stati, in certo modo, a sua disposizione, come lo furono, per il Cardani, per il Porta, per lo Stein, pel Castelli e per altri. E già vi è chi afferma che le idee di Leonardo, già diffuse in Italia, esercitarono una influenza sulle speculazioni di Galileo, che poi ebbe il grande merito di ridurre in corpo di scienza i criteri del metodo di lui ed applicò pur esso magistralmente con genio italiano.
Il qual metodo, fin da quando incominciò a rifiorire utilmente la filosofia di Platone, passando lentamente si ma per buona tradizione da un intelletto all’altro, servì non solo a facilitare la scoperta di nuovi fatti e di nuove leggi, ma altresì a verificare le ipotesi e a dare più sicuro fondamento alle teorie, sempre utili, senza le quali la scienza si ridurrebbe, con poca dignità e con poca possibilità di progresso, ad un semplice catalogo di fatti e di fatterelli.
Considerando ora il rinnovamento compiuto ed i progressi ottenuti nella scienza per opera di Leonardo, si comprende come egli, mentre pensava e scriveva giorno per giorno le sue note, potesse avere, come aveva di fatto, il presentimento che esse, cessate almeno in gran parte le avversioni degli scolastici, e appena conosciute dagli studiosi più liberi dalla vieta tradizione medioevale, potevano avere la virtù di affrettare di qualche secolo il progredire della scienza e della civiltà; e si comprende pure come quel presentimento riuscisse al suo animo di grandissimo conforto anche quando i trionfi artistici di Michelangiolo e di Raffaello,