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alla vita di leonardo da vinci xlv

al trattato del moto locale e all’anatomia, ai quali lavorava contemporaneamente. Egli descrive come si comportano gli uffici delle diverse membra e dei muscoli del corpo umano, e come i loro movimenti si eseguiscano secondo le leggi della meccanica; come debbano disporsi attorno al centro di gravità, perchè l’azione che il pittore vuole rappresentare mostri effetto.1 Alla semplicità e alla esattezza delle espressioni si riconosce facilmente nel pittore lo scienziato, che il primo, dopo Archimede, si occupava in meccanica della ricerca del centro di gravità delle figure, ritrovava innanzi al Maurolico e al Commandino il centro di gravità della piramide, conosceva la teoria del piano inclinato e delle forze applicate obliquamente alla leva. Se noi avessimo tuttora il trattato sul moto locale e delle percussioni, opera inestimabile, al dir del Paciolo, noi vedremmo che dopo aver cominciato nella scienza dell’equilibrio, dove avevano finito gli antichi maestri, forse poneva innanzi al Galileo i fondamenti della dinamica: e se a lui occupato in tanti studi e così vari mancava talora il tempo di ridurre il concetto suo ad una dimostrazione rigorosa, non mancava la mente per discernere quale di ogni fenomeno sia la cagione. Il sesto libro, degli alberi e delle verdure, è un trattato di fisiologia vegetale tanto perfetto, quanto lo permettevano le cognizioni d’allora.2 Quando egli parla di colori e della prospettiva aerea e della visione, mostra che nessuno meglio di lui ne conosceva la teoria, e indica che, formandosi l’immagine di un oggetto in due modi diversi per i due occhi di un osservatore, perchè il quadro mostrasse lo stesso rilievo del vero bisognerebbe che le due immagini si soprapponessero. Non ha guari la esperienza ha confermato le asserzioni di Leonardo; e questo è un nuovo elogio dovuto a colui che innanzi al Porta ha descritto la camera ottica. Poichè tutti conoscono il Trattato della pittura, e ad ogni modo sarebbe impossibile analizzarlo, basterà accennare che egli dalle regole generali, nelle quali compendia intero il suo concetto, ai minuti particolari che va ricercando con una forza di analisi da non aver paragone alcuno, mostra tanta superiorità d’idee e tanta potenza d’intelletto, da non sperare che mai non sia chi l’agguagli nel sentimento dell’arte.

Il Libri e il Venturi, che hanno potuto esaminare gran parte dei manoscritti di Leonardo, hanno reso nei loro eccellenti scritti il più esatto conto delle opere sue. Noi non possiamo che rammentare

  1. «Ricordo a te, pittore, che nel movimento che tu fingi essere fatto dalle tue figure, che tu scopra quelli muscoli, li quali soli si adoprano nel moto ed azione della tua figura. E quel muscolo, il quale più è adoperato, più si manifesti; e quello che è meno adoperato, meno si spedisca; e quello che nulla è adoperato, resti lento e molle, e con poca dimostrazione. E per questo ti persuadi a intendere l’anatomia dei muscoli, corde ed ossi, senza la quale poco farai.... per sapere nei diversi movimenti e forze, qual nervo o muscolo è di tal movimento cagione, e solo far quelli evidenti a questi ingrossati, e non gli altri per tutto: come molti fanno, che per parere gran disegnatori fanno i loro nudi legnosi e senza grazia, che paiono a vederli un sacco di noci più che superficie umane, o pure un fascio di ravani piuttosto che muscolosi nudi. Sempre il peso dell’uomo che posa sopra una sola gamba sarà diviso con equal parte opposta sopra il centro della gravità che sostiene. L’estensione del braccio raccolto muove tutta la ponderazione dell’uomo sopra il suo piede, sostentacolo del tutto, come si mostra in quello che con le braccia aperte va sopra la corda senz’altro bastone. — Dell’uomo che porta un peso sopra le sue spalle. — Se tutto il peso dell’uomo e del peso da lui portato non fosse diviso con egual somma sopra il centro della gamba che posa, sarebbe necessità che tutto il composto rovinasse; ma la necessità provvede che tanta parte del peso naturale dell’uomo si getta su un dei lati, quanta è la quantità del peso accidentale che si aggiunge dall’opposto lato».
  2. † Sulle osservazioni botaniche fatte da Leonardo si possono leggere alcuni capitoli del suo Trattato della pittura. È da vedere a questo proposito un articolo del signor Gustavo Uzielli inserito nel Nuovo Giornale Botanico, num. 1, marzo 1869, stampato in Firenze. In questo articolo si vuol dimostrare che Leonardo fu il primo che abbia indicato in modo preciso le varie leggi della Fillotassi; che a lui parimenti si deve l’osservazione circa al modo di riconoscere l’età d’un albero dal numero de’ cerchi concentrici del suo fusto e la posizione sua dalla eccentricità di essi cerchi, e come annualmente si accresca la scorza dell’albero. Nel già citato Saggio delle opere di Lionardo è da leggere un bello e dotto scritto del prof. Gilberto Govi, nel quale, coll’aiuto in gran parte de’ disegni del codice Atlantico, si fa rilevare quel che Leonardo ha ricercato e scritto più specialmente sopra alcuni problemi di fisica e di meccanica.