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Basta leggere ciò che dice di sè la personificata sapienza nella Bibbia (come in parte fu riferito illustrando la definizione che della sapienza offre il Tesoro), per essere persuasi come il pelago indefinito dello scibile sia aperto all’intelletto dell’uomo, per lo studio del quale più si accosta all’infinito Creatore e conservatore. Sentenziò già Bacone da Verulamio: La filosofia superficialmente attinta conduce alla miscredenza, e profondamente conosciuta riconduce alla religione.
La storia universale in ogni sua pagina dimostra coi fatti la verità di questa dottrina. Il grande velo di Iside non si solleva che a poco a poco, collo sforzo indefettibile delle umane generazioni.
Questo predicozzo inaspettato, che può dirsi e morale ed immorale secondo la discrezione colla quale ne compiacciamo di intenderlo, è rivolto, notisi bene, alle buone genti. Alle buone genti, che noi diremo due volte buone, avvegnachè la religione insegni a lodare il Creatore nelle sue creature, e per esse a lui farsi scala, come insegnava Platone, e ripeteva il Petrarca: avvegnachè il Creatore tanto sia lodato, quanto l’uomo progredisce nel più perfetto conoscimento di esse. I testi sacri qui riportati, non debbonsi interpretare nel senso del nostro Brunetto. Che Dio giel perdoni: e’ gli ha profanati.
Non dimentichiamo che Dante, oltre quello che in eguale proposito abbiamo altrove notato, rivolge questo predicozzo alla umana gente, per avventura ricordando le buone genti del maestro.