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Capitolo V.


Le novelle del delfino cavalcato dal fanciullo, ed altre, nota il Sorio, che sono tradotte fedelmente dal capitolo XXII di Solino, il quale tolsele da Appiano, Liber Aegyptiacorum.

Nota ancora, che Brunetto attribuisce al delfino, ciò che Solino racconta del tonno: Plurimus tynnus in Ponto, nec alibi pene foetificant. Numquam enim citius adolescunt, scilicet ob aquas dulciores. Illabuntur veris tempore, intrant dextro litore, laevo exeunt. Hoc inde accidere credunt, quod dextris oculis acutius cernunt quam sinistris (cap. XXII).

Nelle illustrazioni del libro precedente pag. 83 è il testo di Solino che meglio conforta la correzione fatta al Volgarizzamento.


Ancora sul Capitolo V.


Sul mutamento prodigioso della lingua, il Carrer fa questa arguta annotazione.

» Perchè non vi sia qui errore manifesto, vuolsi intendere mutare per muovere, di che un qualche appoggio si dà dalla Crusca nel § I. di questa voce, pur con un esempio del Tesoro che parla delle anguille, che col loro mutare hanno a muovere l’acqua