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PREFAZIONE





I.


Nella solitaria mia cameretta di studio, quando assorto nella meditazione della Divina Comedia, più sento in me ed applaudo l’immagine di Dio, se improvviso mi si facesse innanzi, come lo ritrarrebbe l’Ariosto,


Un venerabil vecchio in faccia mesta,


e mi si annunciasse quale maestro di Dante; non sarebbe atto di riverenza e cortesia, ch’io non gli profferissi. E se con un melanconico ammiccare dei languidi occhi infossati accennando alle spesse e sconcie macchie della sua veste, addatosi della spontanea mia compassione, mi soggiugnesse: Aspetto lungo studio e grande amore