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vità, e per poco rimettendosi alla spiegazione orale del maestro; egli è chiaro da sè, come discepoli e maestri vi facessero mutilazioni, correzioni, chiose, appendici.

Lisciamo le solite varianti per ignoranza, negligenza, o saccenteria di amanuensi.

Il Chabaille con l’aiuto di ben quaranta codici fece la prima edizione del Tesoro, proposta da Napoleone I, venuta in luce finalmente sotto Napoleone III23. Prese a base dell’edizione un codice dell’anno 1284, in dialetto dell’Isola di Francia. È scritto mentre Brunetto era in vita, e nel dialetto della regione colà da esso abitata, il quale si trasformò poi nella moderna lingua francese24. Dagli altri manoscritti criticamente estrasse varianti, glosse, interpolazioni, appendici. In questa edizione possiamo rallegrarci di possedere finalmente l’autentico Tesoro.25.

Dispiace nondimeno, che non consultasse i codici francesi che abbiamo in Italia, dai quali avrebbe potuto attingere nuove e rilevanti cognizioni per la grande sua opera.

Questo io scelsi per base della mia collazione del Volgarizzamento di Bono Giamboni coll’autentico Tesoro.

Mi giovarono inoltre non poco tre codici francesi, il Capitolare di Verona, l’Albani ed il Libri