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anzi è come una massa di mele tratta da diversi fiori; che questo libro è compilato solamente dei meravigliosi detti degli autori, che dinanzi al nostro tempo hanno trattato di filosofia.„ Non si può dunque a ragione redarguire di plagio. Egli compila, e non crea.
Il Chabaille raggranellò brani di scrittori francesi, anteriori o contemporanei di Brunetto, i quali espongono le medesime dottrine del Tesoro, e ne conchiuse, ch’egli dimorando in Francia, e scrivendo in lingua francese, abbia copiato da essi. Non negherò che Brunetto possa aver avuto sotto de li occhi quei libri, e fattone anche ad un bisogno il suo vantaggio; ma nego, che da quelle sorgenti di seconda mano abbia egli in maggior copia attinto. Suoi maestri ed autori sono Aristotele, M. Tullio, Plinio, Solino, Seneca, ed i libri della Sacra Scrittura prima di tutti. Il Tesoro infatti, in qualche antico manoscritto è detto sul frontespizio “tradotto dal latino„ e taluno che si arrestò alla prima parvenza delle cose, disse lo traducesse Brunetto dal latino in francese, e finalmente Bono Giamboni lo voltasse in italiano20. Si asserì tradotto dal latino in francese, perchè da autori latini, o tradotti in latino, per la maggior parte lo compilava l’esule italiano ospite in Francia. Senza che, raffrontando il testo auten-