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mancai di notare ai loro luoghi le varianti Ira l’una e l’altra divisione.
20 Si legga il catalogo dei manoscritti studiati per l’edizione del Chabaille. Si trova fra gli altri: Biblioteca imperiale, 7320 A-B Lancelot, in foglio velin. «Ce livre est apellé le Tresor de Sapience, que maistre Brunet Latin traslata de latin en francois, et est ung livre plain de toutes bonnes sciences et de tous biens.» Anche nel codice della reale biblioteca di Torino, il Tesoro è detto traduzione dal latino. Leggasi l’illustrazione al prologo del libro VI del Tesoro.
21 In fine dell’opera si darà una tavola degli autori e libri citati da Brunetto. Saranno così svelate le fonti del suo Tesoro, cioè quelle da lui confessate.
22 Paolo Emiliani Giudici nella Storia delle belle lettere in Italia, non parlò distesamente del Tesoro, perchè composto in lingua francese. Scrisse in nota: «È una specie di enciclopedia, o un compendio di tutto lo scibile, che nella forma si allontana alquanto dalle grette trattazioni del Trivio e Quadrivio, ed era un gran passo verso il perfezionamento della forma scientifica. Nondimeno in paragone delle opere dei dottori scolastici, e per tacere di tanti altri, di Tommaso d’Aquino, il Tesoro è meschinissima cosa. La sola cagione che ne formò l’importanza, ed accrebbe la fama presso il pubblico, fu, che in quel libro, per mezzo della forma volgare, buona copia di nozioni scientifiche, che nello stato della popolare