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xxiv

Che in la mente m’è fitta, ed or m’accora,
     La cara e buona immagine paterna
     Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora

M’insegnavate come l’uom s’eterna:
     E quant’io l’abbo in grado, mentr’io vivo
     Convien che nella mia lingua si scerna.


III.


Il Tesoro, da esso intitolato il grande Tesoro, è la grande opera di Brunetto, nella quale adunò il fiore dell’altre opere sue18, non che gli studii e le cure di tutta la sua vita: della quale diceva a Dante altresì fra l’eterno dolore, non di altro sollecito che di essa,


Sieti raccomandato il mio Tesoro,
Nel quale io vivo ancora, e più non chieggio.


Il Tesoro può dirsi l’enciclopedia italiana dei tempi di mezzo. Protesta il suo autore, che nessuno può reputarsi istrutto a sufficienza, se non conosce almeno la prima sua parte.

Lo divide in tre parti, ogni parte in libri, ogni libro in capitoli19.