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Alessandro magno, essendo allora nelle mani di tutti i romanzi, che lo celebrarono come Carlomagno ed Artù. Ammiriamo la stessa parsimonia di Brunetto, anche su Carlomagno. Onore al maestro di Dante!


Ancora sul Capitolo XXVII.


Brunetto aveva scritto, che «Nabucodonosor fu mutato in bue». Bono soggiunse: «Secondo che a lui pareva.» Sapevasi anche allora conciliare la fede colla scienza, senza violare i diritti nè dell’una nè dell’altra. Ecco il commento del Calmet.: L’opinione più seguita, e più probabile, si è che Nabucodonosor per un effetto del divino potere cadde nella manìa, e nell’infermità che chiamasi lycantropia, allorchè l’uomo per effetto di fantasia offesa, e di riscaldato cervello, imaginasi di essere divenuto bue, lupo, cane, o gatto, ed assume tutte le inclinazioni, le maniere, ed i sentimenti di siffatti animali. Per la qual cosa credendo fortemente questo principe d’essere un bue, cominciò a camminare in forma di quadrupede, a mangiar l’erba, a percuotere come se avesse avuto le corna, a soggiornare in campagna, a fuggire il consorzio degli uomini, ed a lasciar crescere come una belva i suoi capelli, e le sue unghie (La sacra Bibbia di Vence, Dissertazioni, vol. V. Milano 1833, ed. Stella).»