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pure possibili, le scienze che ora sono giganti, e ci fecero venerare sempre più luminoso il nome di Dio impresso e nelle massime e nelle minime creature: nelle nebulose, e negli infusorii.
L’ilozoismo riguarda la vita e la materia come inseparabili. Alcuni ilozogisti dividono la vita in tutte le parti della materia: la materia non è per essi, che un aggregato di atomi animali, o viventi, che non dipendono da alcun principio superiore. Altri ilozogisti si rappresentano l’intero universo come un solo e medesimo essere, come un animale, o una pianta, di cui la vita, il moto, e la forma sono il risultamento d’una forza unica, chiamata natura, o anima del mondo. Stratone di Lampsaco era coi primi: gli stoici erano i secondi. Stratone, lontano egualmente dal meccanismo puro di Democrito, e dal credere che il mondo fosse un animale, faceva intervenire nella genesi delle cose quella ch’egli chiamava natura, cioè la vita, ed il caso, o l’incontro fortuito delle parti diverse della materia. Il caso dà l’impulso: poi la natura segue il suo corso. Disse l’Allighieri:
Democrito che il mondo a caso pone (Inf. IV).
Gli stoici non riconoscevano una vita, un’attività distinta in ogni parte della materia: l’intero universo formava ai lor occhi un solo essere, animato dal medesimo principio, il quale doveva dare il moto, la forma, la vita. Era considerato come legge inevitabile delle cose, come legge universale.
Più tardi l’ilozoismo riapparve nella scuola di Alessandria, insieme coll’esagerato misticismo. Se-