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Come si usava al suo secolo, dice cherici i letterati. Non confonde i filosofi coi letterati, e perciò nè pure coi chierici, comechè della scienza di essi la sua filosofia fosse informata, e primeggiassero tra essi grandi filosofi, celebrati altresì dall’Allighieri.


Ancora sul Capitolo II.


I concetti di Brunetto Latini intorno a Dio, alla creazione, alle creature, ed alle loro attinenze, sono illustrati da queste frasi del suo divino discepolo.

Iddio è, Essere primo (Purg. XXVII): La somma essenzia (Par. XXI): La prima cagione (Par. XX): Quel che è primo (Par. XV): Prima virtù (Par. XIII e XXVI): Punto fisso (Par. XXVIII): Intelletto primo (Par. II): Primo vero (Par. IV): Lo primo ed ineffabile valore (Par. X): Primo amore (Inf. III, Par. VI, XXVI, XXXII): La prima luce (Par. XXIX): La prima equalità (Par. XV): La suprema possanza (Par. XXVII): L’alto fattore (Inf. III): Chi tutto discerne (Purg. XIV): Colui che mai non vide cosa nuova (Purg. X): La fonte onde ogni ver deriva (Par. IV): La profonda e chiara sussistenza dell’alto lume (Par. XXXIII): L’eterna luce, che vista sola, sempre amore accende (Par. V): L’alta luce, che da sè è vera (Par. XXXIII): Il vivo lume, che tal è sempre qual era



    savi, all’articolo: Pitagora, scrive: Filosofo, cioè studioso ed amatore di sapienza; e questo ripete eziandio nel Tesoro, come vedremo.