Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
10 | villa baroncelli |
Compresi d’ammirazione per Michelangiolo, un altro divino ci sembra incontrare in Arcetri: Galileo Galilei che qui passò gli anni turbinosi e tristi delle feroci persecuzioni cui lo fece segno la sublimità dell’intelletto; eppoi passò quelli dell’esilio. Egli compilò in Arcetri l’aurea opera sui massimi sistemi del mondo; qui dalla Torre dei Galli scrutò nei cieli, spiegandone gli empirei fenomeni al Torricelli ed al Viviani; e dalla diletta dimora del Piano dei Giullari partì nel 1633 per recarsi a Roma, divisato a difendere le sue grandi verità contro le calunnie rabbiose che l’accusavano d’eresia. Ma il tribunale della Inquisizione non lasciò uscir Galileo dalle sue sante ritorte che dopo aver pronunziata ingiusta e nera sentenza; lo lasciò uscire mediante strappata abiura, e qual relegato. ottenne che luogo di sua relegazione fosse Arcetri. E tornato solitario glorioso in questi colli a lui sì cari, quivi accecò nel 1638, e tra le cure affettuose di scolari e di amici morì quivi nel 1642.
Di quali memorie e di quanta poesia non parlano i celebrati colli d’Arcetri! dalle cui aure soavi e pure l’uomo accarezzato si sente raddoppiare i sensi nel contemplare la natura vaga e doviziosa, cui fa brillante corteggio la dovizia e la vaghezza dei palazzi e delle ville. Monumento di storia e d’arte sorge