Pagina:La sicilia nella divina commedia.djvu/12

8 A. Mazzoleni

(Inf. IX, 44) e la donna che regge all’Inferno (X, 80), da dove Teseo coll’aiuto di Piritoo, tentò di liberarla1. I mitografi collocano tale rapimento ad Enna (oggi Castrogiovanni, ove re Federigo II l’Aragonese solea soggiornare l’estate tra le fresche arie e le floride praterie), onde nella vaga descrizione all’entrata del Paradiso terrestre (Purg. XXVIII, 6-51) si vogliono riconoscere dipinte le bellezze naturali della Sicilia, al che parrebbe accrescere fondamento l’espressione allusiva

«Tu mi fai rimembrar dove e qual era
Proserpina nel tempo, che perdette
la madre lei, ed ella primavera (ivi, 49 sgg.)2.

Di Proserpina inoltre, se non Dante, la leggenda pone come compagne, al momento in cui essa venne rapita, le tre Sirene, abitatrici quindi di queste stesse spiaggie, sulle quali il Dio dell’Averno la colse intenta a raccogliere fiori3, nè al nostro poeta, a cui erano ben note le peregrinazioni d’Ulisse (Inf. XXVI, 103 sgg.) è qua e là estranea qualche allusione agli allettamenti della Sirena4.



    ne Etnea vedi Pietro Carrera, Memor. histor. di Catania (ivi, 1639), vol. I, lib. III, cap. XIX. Per la leggenda di Proserpina rapita e condotta nell’Etna vedi Cardano, De rerum varietalis, lib. I, cap. I.

  1. Inf. IX, 54; cfr. Virgilio, En. VI, 392 sgg., e Stazio, Teb. VIII, 55 sgg.
  2. Vedi L. Vigo, Dante e la Sicilia, in Riv. Sicula cit., vol. II, p. 497 sg., vol. III, p. 318 e Michele Calì, La Sicilia nei canti di L. Vigo, Acireale, Donzuso, 1881, vol. I, pp. 181-188; per Enna vedi Claudiano (loc. cit.) e Lucano, Fars. VI, 740.
  3. Recentemente invece S. Butler, The Topography of the Odyssey (in The Athenæum, febbr. 1892 e On the Trapanese origin of the Odyssey, Cambridge, 1893, pag. 12, tentando una nuova topografia dei luoghi descritti da Omero nell’Odissea, vuol riconoscere il paese di Circe e delle Sirene nelle isole Lipari (Od. XII, 39-54; 158-200); Dante, che non lesse Omero, potè bene ammettere (Purg. XIX, 19 sgg.) che Circe fosse una Sirena, come dice il Lana.
  4. Purg. XIX, 19 sgg., 58; XXXI, 34 (cfr. Epist. V, 4). «Serene furono tre», dice Brunetto Latini (Tesoro, IV, 7); quanto al paese delle Sirene ed alla loro effigie sopra medaglie di Catana vedasi il cit. Carrera, ivi, vol. I, pp. 194 sg., 243, 326 e 330 sgg. e cfr. G. Pitrè, Usi e costumi, etc, vol. IV, pp. 194-199 (in Bibl. delle tradiz. pop. Siciliane, vol. XVII); dell’argomento si tocca anche in Archiv. per lo studio delle tradiz. pop., vol. IV, pp. 325-60, in Castner, Les Sirènes, Paris, 1859, in El Elvense, a. 1885, n. 461, ed in Basset, Legends and Superstitions of the sea and of Sailors, Chicago, 1885.