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58 | CANTO |
VII.
Così dicendo, il fiero campo mosse
Con tanta fretta alla segnata impresa,
Che l’inimico appena a tempo armosse
60Per correr delle mura alla difesa.
Subito intorno fur cinte le fosse,
E adattate le macchine da offesa.
Al primo colpo d’un trabucco4 vasto
64Fu arrandellato un asino col basto.
VIII.
La macchina mural da se rimove
Con impeto sì fier quella bestiaccia,
Che la solleva in aria, e in piazza dove
68Più turba avea, dentro il castel la caccia:
Trasecolaron quelle genti nove
Tutte, e l’un l’altro si miraro in faccia
Con le guance di neve e ’l cor di gielo,
72Ch’un asino cader vider dal cielo.
IX.
Era con molti armati in quel presidio
Un capitan di poca matematica,
Di casa Bonason, detto Nasidio,
76Perch’avea un naso contro la prammatica.
Questi temendo un general eccidio,
Subito co’ Potteschi attaccò pratica
D’uscir di quel castel colla sua gente,
80Se non avea soccorso il dì seguente.
X.
Fermato il patto, il re giunse la sera
Con trombe e fuochi e segni d’allegrezza.
Ma il dì seguente una novella fiera
84Converse tutto il dolce in amarezza.
Venne correndo un messo da Rubiera,
Ch’aiuto richiedea con gran prestezza
Contra il popol reggian ch’a quella terra
88Mossa la notte avea improvisa guerra.