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CANTO QUARTO.


Stanza II. La montiera è un cappelletto alla Spagnuola da portare in casa, che usavano anche gli antichi; onde Svetonio in Augusto: Domi quoque non nisi petasatus sub dio spatiabatur. Salviani.

St. III. Chiama seme de’ Latini i Modenesi, perchè Modena era stata una Colonia de’ Romani.

   Gli scrittori antichi mettono il fiume Lavino nel territorio di Modena; ma Carlo Magno nella divisione che fece de’ confini d’Italia, divise col Panaro i confini di Modena e di Bologna, perchè in quel tempo Modena era distrutta e spopolata. Federigo Barbarossa e Federigo II., avendo i Bolognesi per diffidenti e per nemici, tenevano un presidio in Modena, e non lasciavano goder loro quel territorio in pace, per le ragioni antiche.

St. VII. Trabucco, o Trabocco, come scrive la Crusca, fu macchina militare dagli antichi usata per lanciar pietre nelle città assediate; e fu una cosa medesima, o poco diversa, dal mangano e dalla briccola. Fu posto in uso quest’ordigno la prima volta da Ottone IV. nel 1212, come si legge appresso Carlo d’Acquino Lex. Mil. V. Trabuchetum. Si veda il Muratori nelle Antichità d’Italia t. 2. dissert. 26, col. 473. ec.

St. XXI. La Rossina è una canzone triviale che si canta in Lombardia.

St. XXV. Di Frontino, cavallo famoso di Ruggiero, parla in più luoghi l’Ariosto nel Furioso.

   Turpino per altro non parlò mai nella sua cronaca di tal cavallo; ma poichè l’Ariosto, e prima di lui Boiardo, ci voller far credere di raccontar le loro favole secondo la testimonianza di lui: volle ancora il Tassoni farci credere, che le lodi di Frontino sieno a noi giunte per mezzo di quel romanzo, che all’arcivescovo Turpino fu attribuito.

St. XXVII. Dall’esser fatta la tonnina dalla schiena del tonno messa in pezzi, derivarono diverse maniere di dire usate assaissimo dal volgo, e fra le altre l’adoperata qui dal Poeta. Anche i Latini avevano il loro fractum facere, che significa fare in minutissimi pezzi.

St. XXXV. Il cervel fuori di calende. Il Minucci si persuase che fosse corruttela dal detto latino extra callem esse: fuori di seminato, diciamo noi, il che vale pazzo, e perciò soggiunse il Poeta, che quel Furio avea nimicizia col sole d’Agosto, durante il quale gli scemi di cervello più che in altro tempo patiscono. Barotti.