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TERZO 49


LV.


Alessio era il suo nome; e ’n sesta rima
     Composto avea l’amor di Drusíana.
     Nel resto fu baron di molta stima,
     436E seco avea Farneda e Montagnana.
     Questa gente contata colla prima,
     Non era da giostrare alla quintana:
     Eran da cinquecento Ferraguti,12
     440Di rampiconi armati e pali acuti.

LVI.


Di Veriga e Bison l’insegna al vento,
     Ch’era in campo azzurrino un sanguinaccio,
     Spiega Pancin Grassetti, e quattrocento
     444Fanti conduce a suon di campanaccio.
     Ma più di questi ne mandaron cento
     Montombraro, Festato e ’l Gainaccio,
     Coll’impresa d’un asino su un pero;
     448E Artimedor Masetti è il condottiero.

LVII.


Taddeo Sertorio, di Castel d’Aiano
     Conte, e fratel di Monaca la bella,
     Conducea Montetortore e Missano,
     452Dove fu la gran fuga, e la Rosella,
     Con archi e spiedi porcherecci in mano,
     Spiegando in campo bianco una padella.
     Trecento fur che quelle vie ronchiose
     456Con le piante premean dure e callose.

LVIII.


Seguiva di Monforte e di Montese,
     Montespecchio e Trentin poscia l’insegna:
     Gualtier figliuol di Paganel Cortese
     460L’avea dipinta d’una porca pregna.
     Fur quattrocento: e parte al tergo appese
     Accette avean da far nel bosco legna,
     Parte forconi in spalla, e parte mazze;
     464E pelli d’orsi in cambio di corazze.