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nell’anno 1151, o prima almeno del 1175, secondo Pellegrino Prisciano ne’ suoi annali manoscritti di Ferrara; e introdottesi nel 1522 nel ramo che passava a Ferrara le torbide acque del Reno, queste fra poco ne alzarono il fondo in maniera, che non potendo ricevere dal suo tronco l’antica influenza, finì di perdersi affatto nel 1600, e quella parte di letto vicino al Bondeno, che fu per l’addietro navigabilissima, cominciò da quel tempo a coltivarsi come campagna: e a questo alluse il Poeta colla voce solcare di doppio senso . . . . Barotti.

   Il Panaro dividesi in due rami sopra del Finale; e siccome da una chiusa amovibile vengono sostenute le acque che a quel ritegno rigurgitano, e quindi cadono più profonde, così a questo si riferiscono gli ultimi due versi.

St. XX. Questo arciprete fu ribelle del comune di Modena, mentre occupò il Finale, togliendolo a’ Modenesi.

St. XXIV. Questa fu istoria vera, e chi desidera saperla, legga quel che ne scrisse il conte Gio. Paolo Caisotto nelle storie di Nizza. Salviani.

St. XXVI. Sciorini, cioè palesi: nuove scappate, cioè nuovi falli.

St. XXX. Corleto, e Grevalcore furon detti a contrapposizione Cor laetum, et Grave cor. Questo da’ soldati di Pansa ucciso quivi, e quell’altro dai soldati di Ottaviano vittorioso in quel luogo contra Marcantonio, quando liberò Modena dall’assedio. Salviani.

   Corleto è pure un villaggio distante da Modena cinque miglia, dove il Tassoni avea un casino con molti poderi goduti tuttavia dalla sua famiglia.

St. XLVI. Intende della famosa accademia della Crusca di Firenze, che porta l’istessa impresa.

St. XLIX. Scherza sul nome e sulle bellezze della signora Laura Cesi contessa di Pompeiano. Sol che tramonta, e ora andato ad illuminare altri emisferi.

St. LV. Ferraguti, Farabuti, voci lombarde, che significano uomini che vivono alla campagna di ladronecci, e fanno mille insolenze.

St. LXVIII. Martingale; una spezie di calzoni che si usavano anticamente.