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OTTAVO 137


XXXI.


Vien poi Monselce9 incontra l’armi e i sacchi,
     Securo già per frode e per battaglia,
     Sotto la signoria d’Alviero Zacchi;
     252E ’l popol di Casale e di Roncaglia.
     Ha l’insegna costui dipinta a scacchi
     Azzurri e bianchi; e Gorgo e Bertepaglia
     E Corneggiana e Montericco ha drieto
     256E Carrara e Collalta Carpineto.

XXXII.


Il nono duce Ugon di Santuliana
     Delle vicine ville avea la cura.
     Terranegra conduce, e Brusegana10
     260Dove Antenore fe’ le prime mura,
     Villafranca, Mortise e Candíana,
     San Gregorio, Sant’Orsola e Cartura,
     Le Tombelle, Noventa e Villatora,
     264Ed altre terre che fioriano allora;

XXXIII.


E de’ vassalli suoi non poca parte,
     Che Pernumia e Terralba ei signoreggia,
     E ’l bel colle d’Arquà poco in disparte,
     268Che quinci il monte, e quindi il pian vagheggia;
     Dove giace colui, nelle cui carte
     L’alma fronda del Sol lieta verdeggia;
     E dove la sua gatta in secca spoglia
     272Guarda dai topi ancor la dotta soglia.11

XXXIV.


A questa Apollo già fe’ privilegi,
     Che rimanesse incontro al tempo intatta,
     E che la fama sua con vari fregi
     276Eterna fosse in mille carmi fatta:
     Onde i sepolcri de’ superbi regi
     Vince di gloria un’insepolta gatta.
     Ugon sull’armi e nella sopravveste
     280Un pardo d’oro, e ’l campo avea celeste.