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120 CANTO


XXXIX.10


Oh quante scorze di castagni incisi
     D’intorno copriran tutta la terra!
     Quanti capi dal busto fian divisi
     316In così cruda e sanguinosa guerra!
     Caronte lasso in trasportar gli uccisi
     Ch’a passar Stige scenderan sotterra,
     Bestemmierà la maledetta sorte
     320Che gli diè in guardia il passo della morte.

XL.


Quinci in aiuto a’ suoi correre armato
     Vedrassi al monte il forte Modanese;
     Quindi ai passi ch’in pace avrà occupato,
     324Opporsi l’astutissimo Lucchese.
     Entrar potrete allor nello steccato,
     Tu, Mercurio, e tu, Alcide, alle contese,
     E provar se più vaglia in quella parte
     328L’accortezza o il vigor, la forza o l’arte.

XLI.


Un Alfonso e un Luigi Estensi11 appena
     D’un pel segnata mostreran la guancia,
     Ch’a più di mille insanguinar l’arena
     332Faranno or colla spada, or colla lancia.
     Le squadre intere volteran la schiena
     Dinanzi ai nuovi paladin di Francia;
     E Castiglion12 fra le percosse mura,
     336Sotto si cacherà della paura,

XLII.


Pregando il conte Biglia in ginocchione,
     Che venga a far cessar quella tempesta,
     Spiegando di Filippo il gonfalone
     340Con una spagnolissima protesta.
     Quivi potrete allor con più ragione
     Cacciarvi gli occhi, e rompervi la testa:
     Cessate intanto, e la pazzia mortale
     344Resti fra quei che fan laggiù del male.13