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SETTIMO | 113 |
XI.
Manfredi a Pasqualin di Pocointesta
Tagliò d’un sottobecco1 il mento e ’l naso,
E fece rimaner con mezza testa
92Piero Simon di Gasparin Pendaso.
Contra Manfredi colla lancia in resta
Venía spronando il Mozzarel Tommaso;
Quand’ecco l’afferrò con un uncino
96Archimede d’Orfeo Cavallerino.
XII.
Correa l’inavveduto a tutta briglia,
Senza badar s’alcun gli movea guerra;
E Archimede l’apposta e l’arronciglia,
100E ’l fe’ cader d’arcion col collo in terra.
Per la coda il destrier Tommaso piglia
Per ritenerlo; ed egli i piè diserra
Con grazia tal, ch’in cambio di confetti
104Gli fa ingoiar dodici denti netti.
XIII.
Giannotto Pellicciar con un’accetta
Spaccò la testa a Gabrio Calcagnino.
Obizzo Angiari, e Baldovin Falletta
108Uccisi fur da Gemignan Porrino.
Con un colpo di mazza Anteo Pinzetta
Ammaccò la visiera ad Acarino
Nato del seme altier di Giliolo,
112E gli fece del naso un raveggiolo.
XIV.
Ma questo è un giuoco a quel che fa Manfredi
Che tutta fracassata ha quella schiera.
Galasso Trotti ha morto, e Gottifredi
116Gualengui, e Perondel di Boccanera;
E ’l Rosso Riminaldi ha messo a piedi
Passato d’una punta alla gorgiera.
Onde d’ardire e d’ordinanza tolta
120La gente di Ferrara, in fuga è volta.