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assediata da Marc’Antonio con tanta strettezza, che non ne poteva uscire uomo alcuno, furono mandate fuori colombe con lettere al collo, che furono cagione, che il senato romano affrettasse il soccorso. Salviani.

St. LXX. Santa Nafissa, o per dir meglio Nafissa, fu Maomettana; e per aver condotta una vita incolpabile, e per vantar parentela con Maometto istesso, è riverita da’ Maomettani per Santa, ed il suo sepolcro si onora nell’antica città di Mifrultheich non molto lungi dal Cairo.


CANTO SETTIMO.


Stanza XI. Sottobecco, vocabolo aggiunto dal Tassoni alla Crusca nelle sue postille: Sottobecco è quando altri percuote all’insù nella bocca, nel mento e nel naso.

St. XVI. Nel Poema dell’innamorato d’Orlando si legge, che combattendo quel Paladino col re Agricane, e vedendo quel barbaro i suoi che fuggivano, pregò Orlando che glieli lasciasse rimettere in battaglia, che poi ritornerebbe a duellare con lui; e Orlando se ne contentò. Ma qui Voluce dice che Orlando è morto, e non è più quel tempo. Salviani.

St. XVII. Brumesto, o Brumasto si dice d’alcuna sorta d’uva grossa e assai dura. Qui s’applica alle nespole.

St. XXI. Tornesi, monete d’oro e d’argento, così dette, perchè si battevano a Tours città della Francia. Tournois.

   Un tal principe Greco, che si vantava della stirpe di Costantino Magno, andava pescando i balordi per le città d’Italia, e mostrava privilegi di carta pecora vecchia, e veggendo l’ambizione degl’Italiani dava loro titoli e croci a diccine senza risparmio per ogni minima mercede. Onde molti si trovarono cavalieri e conti per una forma di cacio, o per un salame, o per un prosciutto; e a Ferrara fe’ gran profitto, dove infeudò le terre del Turco. Salviani.

  Quel tal Signore fu un certo Giovann’ Andrea, che si diceva discendente dalla famiglia Commena. Era principe di Macedonia, e gran maestro dell’ordine imperiale costantiniano di S. Giorgio.

St. XXII. Lo Sparviere, lo Smeriglio ed il Terzuolo sono uccelli di rapina.

St. XXXVII. Giove secondo Tolomeo è motore del sesto Pianeta, che dal Tassoni è qui per lepidezza chiamato lanterna, come alla st. 72 di questo medesimo Canto le stelle son dette lampade del cielo.