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QUINTO 87


LI.


Forlimpopoli segue, allor cittade
     Non men delle vicine illustre e degna.
     Sinibaldo, il fratel minor d’etade,
     412Regge la schiera sua sott’altra insegna.
     Sono ottocento armati d’archi e spade;
     Mille son gli altri: e vanno alla rassegna
     Distinti in guisa, che distinta splende
     416La gara che fra lor gli animi accende.

LII.


Colla gente di Fano a tergo a questa
     Sagramoro Bicardi il Nunzio inchina,
     E guida mille fanti alla foresta,
     420Usati a corseggiar quella marina.
     Allo scettro ubbidian del Malatesta
     Pesaro, Fossombruno e la vicina
     Senigaglia; e passar colla bandiera
     424Di Paulo dianzi entro la sesta schiera.

LIII.


Poichè fu di Romagna il fior passato,
     Ecco il carroccio20 uscir fuor della porta,
     Tutto coperto d’or, tutto fregiato
     428Di spoglie e di trofei di gente morta.
     Lo stendardo maggior quivi è spiegato;
     E cento cavalier gli fanno scorta,
     Fra gli altri, di valor chiaro e sovrano:
     432E Tognon Lambertazzi è il capitano.

LIV.


Dodici buoi d’insolita grandezza
     Il tirano a tre gioghi; e di vermiglia
     Seta hanno la coperta e la cavezza,
     436Le sottogole, e i fiocchi sulle ciglia.
     Il pretor di Bologna in grande altezza
     Sopra vi siede, e intorno ha la famiglia
     Tutta ornata a livrea purpurea e gialla,
     440Con balestre da leva e ronche in spalla.