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Egli assicurò in modo da rimuovere ogni dubbio, che due ore sarebbero state più che sufficienti.

— Del resto, penso io a tutto! — concluse.

Il gesto di questo signore era energico e non ammetteva repliche.

Mandò a chiamare un popolano che doveva essere alla sua dipendenza, il quale si presentò col berretto in mano e con un rispetto che nel territorio di Ravenna sarebbe stato un anacronismo.

Il dialetto di Comacchio è press’a poco quello di Ferrara, ma con certe inflessioni cupe e lente che lo rendono strano e difficile; inoltre il signore dai brillanti seguitava a parlare a gesti violenti più che a parole; ma dai gesti dell’altro, benchè umili e rimessi, si capiva che non v’era molto accordo, nè per il tempo, nè per il modo, e neanche per il prezzo. Ma il signore recise il discorso ordinando il tempo, il modo, il prezzo; al quale ordine l’uomo dagli zoccoli s’inchinò con un atto tale da ricordarmi quello dei bravi al dito alzato di Don Rodrigo nei «Promessi Sposi», secondo le classiche vignette del Gonin: inchino di umile rassegnazione e di commiato insieme. Allora l’imperioso signore si rivolse con spianata fronte a noi:

— Tutto combinato: domattina alle sei sono