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L'atomo di Rutherford 237

dovesse immaginarsi condensata nel centro della sfera. Gli elettroni allora si muoverebbero in orbite più o meno circolari intorno a questo nucleo centrale positivo come i pianeti si muovono intorno al sole.

Il Nagaoka1 aveva già fatta una ipotesi simile supponendo la massa positiva concentrata in un nucleo centrale, e gli elettroni ruotanti in anelli concentrici. Questo tipo di atomo ebbe perciò il nome di Saturnian dalla somiglianza col pianeta Saturno.

In questo modello si spiega bene come una particella possa attraversare un atomo senza deviare, purchè non si avvicini molto al nucleo, e invece possa deviare fortemente quando entri nella zona in cui è forte l’azione del nucleo. In questo caso la particella descriverebbe una traiettoria iperbolica.

Il numero di unità elettriche possedute dal nucleo si può dedurre, secondo la teoria di Rutherfors, dall’emissione di particelle uscenti dall’atomo. Questo numero risulta eguale alla metà del peso atomico. Esperienze eseguite dal Geiger e Marsden2 confermano in ciò la teoria. I risultati del Barkla sullo studio dell’emissione dei raggi X, e più recentemente gli studi del Moseley si accordano bene con quella conclusione.

Le dimensioni del nucleo sono piccolissime. Dallo studio della velocità impressa da una particella ad un atomo di idrogeno, in cui venga ad urtare, il Rutherford3 deduce che la distanza tra il centro della particella e quello del nucleo dell’atomo dell’idrogeno deve essere circa cm. Questa grandezza, se i due corpuscoli si suppongono sferici,

  1. Nagaoka, Ph. M., vol. 7, p. 445 (1904).
  2. Geiger e Marsden, Ph. M., vol. 25, p. 604 (1913).
  3. E. Rutherford, The Structure of the Atom, Ph. M., vol. 27, p. 488 e segg. (1914).