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188 | VIII. L’energia raggiante |
diventare piccola a piacere, ossia se può esprimersi con una forma di questo genere
in cui è un volume dello spazio ad n dimensioni, ed , , ... sono le coordinate di questo spazio, allora l’espressione integrale a cui si giungerà per W rappresenta un modo di variare del sistema con continuità; ma se invece quegli spazi elementari sono necessariamente di grandezza finita e quindi esprimibili solo nella forma
allora l’espressione a cui si giungerà deve contenere come elemento necessario quella grandezza G minima, ma finita e quindi includerà una distribuzione in quanti.
Gli spazi elementari G sono i campi di eguale probabilità.
Ora per giungere all’espressione fondamentale del Planck data dalla 186) non esiste, almeno finora, altra via che ricorrere agli spazi elementari di grandezza finita. E precisamente per il caso di oscillatori, che sono gli elementi di un sistema che può assorbire ed emettere radiazioni, ogni oscillatore essendo definito da due grandezze, f che si può chiamare il momento e che rappresenta l’impulso, lo spazio rappresentativo a cui bisogna ricorrere per determinare la probabilità sarà uno spazio a due dimensioni, e l’elemento di questo spazio sarà in grandezza finita ed espresso da
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Questa grandezza h costituisce una costante universale ed è quella che comparisce in tutte le formole che si deducono con la teoria dei quanti.