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libro quarto 77

Volgi beate, che le tue fiorenti
Rive pascono cigni, a cui non manca
Candida piuma, e voce alma soave.
Quivi il forte d’Alceo carme, e del mesto
50Simonide ritenta ardito spirto,
E l’agro imita derisor motteggio
Del Venosino. Libero in suo stile
Numeroso, crescente, armonîoso
Le pindariche segue orme Colui,
55Che nel tuo regno, amor, rivolto ha il piede
Onde uscirne fia acerbo. 1 Altri a quel prode
Che alle tiguri balze, e alla proterva
Gallia il terror portò dal roman brando,
Splendida veste intesse, e dal romano
60Trae nel nostro sermon gli affanni e l’opre
Di quello infaticabil Giulio, a cui
Di magnanimi rabbia aperse il fianco.
Altri in umil fortuna alti nutrendo
Sensi d’onore e di virtù, le greche
65Beato versa e le romane carte,
E ne adempie il desio. Nè Te compagno
De’ più verdi anni miei, cui Temi invola
Alle muse, che n’han cordoglio e pena
Io tacerò. Natura a Palla amico
70Feati, e al nume Cirreo, più che agli studj
Dell’impiombata dea, cui steril fronda