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conforme le intenzioni di Epaminonda. In alcune parti della linea non vi fu cambattimento serio, a causa del suo calcolato disegno di non fare avanzare nè il centro, nè la destra.

Alcuni anni dopò, il general Tebano ripetè l’istessa mossa con ugual successo sui campi di Mantinea, contro le forze collegate di Sparta, Atene e Mantinea.

Tale fu l’origine dell’ordine obbliquo, a cui poi ricorsero Alessandro ad Arbelle1; Scipione contro Asdrubale2; Cesare a Farsaglia contro Pompeo3; Federico II4 perfezionò nelle sue guerre e nel 1796 il Bonaparte v’esordiva a Castiglione5.

I passaggi delle linee avanti e in ritirata6 sono anch’esse evoluzioni da annoverarsi tra i perditempo dei nostri esercizi; poichè in guerra il passaggio d’una linea di cavalleria a traverso d’un’altra dell’istess’arma è raro che si faccia, nè si potrebbe senza pericolo; ma ammessa anche l’occasione opportuna e le circostanze più favorevoli di terreno, bisogna non dimenticare, che molte volte in guerra vi sono circostanze in cui non possono farsi evoluzioni. Se poi queste evoluzioni sono impossibili, non sono più evoluzioni vantaggiose; ma soltanto movimenti da parata, che fanno perdere un ternpo che non è mai troppo per gli esercizi svariati e indispensabili, in cui dev’essere mantenuta la cavalleria. Il superfluo s’impara sempre a spese del necessario; l’attenzione delle truppe intanto si divaga, e si rende meno saliente, ciò ch’è di prima necessità; il che non accadrebbe, se si occupasse meno degli esercizi da parata, e più assai che non si fa delle cose di guerra.

Una seconda linea di cavalleria, che dovesse attraversare una prima linea pur di cavalleria, per dar la carica o prevenire un movimento d’offesa del nimico, tentar la presa delle sue batterie, profittare d’una falsa mossa, o dare il colpo di

  1. V. FloroGesta d’Alessandro il Grande.
  2. V. PolibioStorie.
  3. V. CesareCommentari.
  4. V. Storia della guerra dei sette anni.
  5. V. Jomini, Campagnes d’Italie.
  6. Vol. 3° del Regolamento, § 1995 al 2001, pag. 344 alla 349.