Pagina:L Orto botanico di Padova nell anno 1842.pdf/23


11

HEUS VIATOR BENE PRECARE PRAESTAN
TISSIMIS SENATORIBUS JACOPO FOSCARE
NO DOCTORI PRAETORIQUE PATAVINO ET
FRANCISCO DUODO PRAEFECTO PATAVINO QUI STIRPES SITI ARENTES ADDUCTA IN VI
RIDARIUM AQUA LONGE REFOVERUNT ABI
MDLXXV


Funse il Guilandino con tanto plauso ed utilità la novella scuola, insegnandovi tutto di che poteano abbisognare gli studenti per la piena conoscenza dei semplici, che il Senato trovata soverchia l’altra della Lettura tenuta in allora da Bernardino Trevisan, la soppresse; nè questa cattedra si riebbe se non dopo la morte del Guilandino medesimo18. Ma quell’inclito Magistrato, crescendogli i carichi, non cessò di onorarlo con sempre nuove significazioni di stima; perlochè riconfermatolo più volte nelle due cattedre, accresciutogli in più epoche lo stipendio, sino a trecento settanta ducati o fiorini, datagli facoltà di scegliere ei medesimo a suo piacere e pagare due giardinieri, in luogo del solo che nominavasi dai Riformatori, volle con novità d’esempio dichiararlo professore in perpetuo, aumentandone lo stipendio fino a 600 ducati; nel quale però, come prima, erano compresi i salarii dei giardinieri19. Dalle quali solenni testimonianze della pubblica fede confortato egli quel più, arricchì l’Orto quant’era in lui, come puossi ritrarre meno dal Catalogo stampatone dal suo discepolo Giorgio Schenck20, e da quanto ne dice ivi lo Schenck medesimo, ma e più dalle opere dei contemporanei Giovanni Bauhino, Matteo Lobelio, Corrado Gesnero, che ne accennano di molte altre esistenti in quest’Orto all’epoca del Guilandino, e delle quali ha tessuto un indice diligente il benemerito Pontedera nel volume primo della Storia dell’Orto nostro. Uomo nelle lettere ed in ogni parte della naturale filosofia versatissimo si fu il Guilandino, di raro ingegno, di singolare facondia, nello studio dell’erbe dottissimo, per cui il Ponte-