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36 bevero — biacco.


Bevero bivaro, castoro (Dante). Paralleli: sp. bibaro bevaro, fr. biévre, vall. buivre, valac. breb. Da ger. bibar sdoppiatosi in aat. bibar, bibur, mat. biber, tm. Biber, ags. beofor, ing. beaver, ol. bever, anrd. bifr bior biur, sv. böfver, dan. bäver. Il got. era * bibrus. È nome idg. che a detta del Kluge designava originariamente una “bestia acquatica bruna”; e posseduto da a. sl. bebru, lit. bébrus d’ug. sig., l. fiber. L’a. ind. babhrus valeva “bruno” e “grosso icneumone”. Bhe-bhr-ù-s è forma raddoppiata da rad. bher comparente in t. Bär orso e braun bruno. Come osserva lo stesso Kluge il vocab. ger. assai per tempo in rom. soppiantò il l. fiber che pure aveva la stessa rad. ind.; giacchè le forme neol. non si possono in modo alcuno fare risalire a fiber, e del resto la circostanza dell’essere questa bestia proprio dei paesi del Nord (cfr. Dante Inf. 17), e la gran diffusione del nome nel campo ger. non lasciano alcun dubbio in proposito. Anche corn. befer, gael. beabhar, russ. beber, pruss. vibre paion riflessi dal ger. Bl. biber beber appare in Elfrico † 1006, poi in Jo. de Garland., Bern. Silvester. Curioso che Ditmarus dica baber voce slavonica. Entrò in rom. probabilmente intorno al 1000, e non colle immigrazioni.

Bezzo, sorta di moneta veneziana, denaro (Cecchi, Lippi). Riproduceva mat. batze piccola moneta collo stemma della città di Berna raffigurante l’orso detto in ted. bären e anche batze, betze, tm. Bäts, Pets. Bl. conosce baciones, baceni, bacii che Schilter rimena a Batz.

Biacca, composto bianco per colorire ad olio (Cresc., Boccaccio). Viene riportato a rad. ger. che produsse aat. bleih, mat. tm. bleich pallido, ags. blác bláece, ing. black. Tm. Bleiche vale “arte d’imbiancare”.

Biacco, piccol serpente di color bianco-livido (Berni, Targioni-Tozzetti). Pare venuto da ceppo ger. di aat. blach bt. ol. ing. black nero. Tm. Blackfisch = seppia, pepe nero, Blackhorn vaso dell’inchiostro.