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538 | zecca — zigra. |
Zecca, noto insetto parassita (B. Latini, Burchiello, Redi). Rispondono: lad. zecc zecla, fr. tique [der. tiquet] d’ug. sig. Discese da aat. * zeka, che produsse mat. zëcke, tm. Zecke d’ug. sig. accanto a cui troviamo bt. zecke, bav. zeck. Forme del ramo bt., da cui immediatamente il fr., sono: ags. * tica, ing. tike, tick, ol. taekt, teke. Il tema ger. tiko, tikko riposa su idg. digh che si mostra anche in arm. tiz zecca. Il fr. compare solo assai tardi [sec. 16º]; all’incontro l’it. pare venuto coi Longobardi; benchè il bl. non l’offra. Secondo lo Schade a base del nome ger. starebbe tikian pungere. Der.: zecco-la-lo; azzeccare.
Zeppa, bietta o conio piccolo (Soderini, Coltiv., Buonarroti). All’etim. da l. cippus ceppo, il Diez preferisce quella da aat. zepfo mat. zepfe piuolo, cavicchio sia pel concetto che per la lettera. Si potrebbe però chiedere come mai il gruppo ger. pf che generalmente è reso in it. colla doppia spirante, qui abbia dato la doppia labiale tenue. Bisognerebbe in questo caso ammettere la derivazione da una forma bt. * teppa; ma allora non sarebbe poi spiegata l’iniz. z, perchè normalmente si sarebbe aspettato un teppa. Ad ogni modo, comparendo it. zeppa molto tardi, se si ammette la derivazione dal ger., bisogna riportarlo al mat. anzichè all’aat. Der.: zeppare, inzeppare.
Zeppo, pieno (Serdonati, Buonarroti). Il Diez connette questo agg. al sostantivo precedente, e spiega la transizione ideologica mediante il concetto intermedio di “pieno di zeppe”. Der.: inzeppa-mento-tura.
Zerigare, molestare (dial. tosc.). Il Caix gli raccosta sard. atturigare; e poi connessolo ad afr. tarier tormentare, segue poi il Diez che rimena quest’ultimo a bt. targen, nd. tergen cui risponde mat. zergen. Evidentemente la forma it. riposa sul mat., o meglio sul suo prototipo aat. zergan.
Zigra, ricotta, formaggio (dial. lomb.). Venne da aat. mat. ziger ciger cacio, latte quagliato; svizz. bavar. ziger, d’ug. sig. Graff 5, 631. Probabilmente d’importazione longobarda.