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536 | zartig — zatta. |
gnar i denti”. Ma questo è ben lungi dall’essere verosimile, nonchè provato. Di fronte a queste osservazioni, mi pare trascurabile la difficoltà mossa dal Diez circa il cangiamento di ger. z in rom. s. S’aggiunge che nel campo ger. troviamo vb. aat. zanôn mat. zanen rodere, lacerare coi denti, perfettamente rispondente per senso e per forma a vb. it. zannare in az-zannare. Inoltre la immensa diffusione del nome in tutto il territorio ger. messa a riscontro colla rarità del vocabolo lat. depone anch’essa a favore dell’etim. da noi sostenuta. Il nome ger., oltre alle forme accennate, presenta as. ol. tand, ags. tóth, donde ing. tooth, got. tunthus, fris. tanne, anrd. tönn, sv. tand, afris tusk, ags. tux, ing. tusk il quale ultimo ha un signif. appunto uguale a it. zanna, circostanza certo notevole. Nel campo indeu. a rad. ger. tanth risponde idg. dont dnt donde l. dens, gr. όδούς [da όδοντ], sans. dat; lit. dantis, a. ir. dét dente. Questo ceppo idg. dont sarebbe a detta del Kluge partic. pres. della rad. ed mangiare. Quindi ger. zan = il mangiante, il divoratore. It. zanna essendo evidentemente riproduzione del ramo at., non può essere stato importato che dai Longobardi. Der.: zannata azzannare.
Zartig, tenero (dial. lomb.). Da aat. mat. zart tenerezza, debolezza, delicatezza. Certo d’importazione longobarda.
Zata, zampa (dial. lomb.). Da un aat. * zata, donde mat. zatze tm. Tatze zampa mano. Secondo Kluge il vocab. ger. sarebbe forma intensiva di Tappe.
Zatta zattera, unione di più pezzi di legno in guisa da formare una specie di pavimento per trasportare su fiumi e canali uomini e merci (Bembo, Guicciardini). Rispondono: sp. zata zatara d’ug. sig. Il Diez non seppe che etim. assegnare a questa parola, e dopo di lui nessun altro se n’è occupato, tranne incidentalmente il Kluge, il quale ne fa una cosa sola con tattera, e la rimena ad aat. zata zotta, donde mat. zotte, tm. Zotte, ol. todde, ing.