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508 | tattera — tecchio. |
fr. taisson, sciamp. tachon, sp. texon tasugo, port. teisugo d’ug. sig., lad. tais giardiniere. Immediatamente da bl. taxo-nis taxus-i (sec. 7º-8º-9º). Questo bl. aveva a base ger. * thahso donde aat. thahs aat. mat. dahs, tm. Dachs ol. das. Il Diez fa quistione se thahs thahso sia parola originariamente ger. Pel Kluge ciò è indubitato, anche per la terminazione analoga a Luchs lince, Fuchs volpe. Egli crede poi che l’animale debba un tal nome alla sua vita sotterranea, basandosi anche sulle denominazioni usate in Pomerania, Vestfalia ed Osnabrück, dove è chiamato graeverink grivelink, grievel “sepolcrale”. Perciò ger. * thahs risalirebbe a rad. thehs [aat. vb. dëhsen], idg. teks fabbricare, lavorare, a cui si connette sans. taksan falegname, gr. τόξον arco, τέκτων artefice. Dunque thahs varrebbe “il lavoratore”, con evidente allusione al suo scavarsi la dimora sotterra. Il fatto che Marcellus nel sec. 4º parla di adeps taxonina “grasso di tasso”, spiegherebbesi supponendo che il nome ger. fosse entrato nelle Gallie sin dai primi secoli dell’era volgare. Bl. tassus taxonus taxus ricorre poi spesso in Francia e Italia nei sec. 11º, 12º e segg. Anche il Graff ritiene che il nome rom. sia riproduzione del ger.
Tattera, bagatella, minuzia; vizio, magagna (Caro, Sassetti). Il Diez lo connette ed ing. tatters, bt. tattern cencio, e aat. zata capelli, filamento. Lo Schade invece gli pone a base immediata aat. * zatar mat. tm. Zatter, ing. tatter straccio, svolgimenti ulteriori di ger. zatâ; il che ci pare più giusto. Ma forse in questa parola it. confluirono più radici diverse, essendo i signif. di essa troppo disparati fra di loro. Nel senso di “bagatella, minuzia” a me parrebbe verosimile un’origine da anrd. thâttr [genit. thâttar]; che lo Schade seguendo Mobius 447 e Vigfusson 732 nota come designante “ciascuno dei fili d’una cordella, ritaglio”.
Tecchio, grosso badiale (dial. aretino). Risponde piem. tec grosso. Da aat. thiki thihhi ticche dich, donde